E’ uscita la seconda edizione di questo libro riveduta e ampliata alla luce di suggerimenti e riflessioni da parti di esperti e lettori. Il testo è stato scritto e pensato da docenti dell’Unità di ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (con i quali si è ormai instaurata una proficua collaborazione e scambio di idee). Quest’opera è composta di una classica parte cartacea (208 pagine stampate a colori) più un innovativo complemento multimediale di corredo, reperibile su:
Su tale parte, si trovano otto filmati necessari alla comprensione e assimilazione dei contenuti dei 9 capitoli che compongono l’opera, più una serie di esercitazioni/riflessioni sugli argomenti proposti – vedi alcune schermate nello sfogliabile sotto proposto. L’accesso al sito è facilitato dell’utilizzo dei QR Code presenti nel libro, ed è riservato ai possessori del libro, che dovranno inizialmente registrarsi per poterne usufruire.
Gli anni ‘50 e ‘60 hanno visto l’inizio del boom della “motorizzazione” in Italia. Sull’onda dell’entusiasmo iniziale, poche erano le riflessioni sulle conseguenze future di questo cambiamento radicale del modo di spostarsi e, in fondo, di concepire una parte della nostra vita.
Come sempre, prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine e, a fronte di un crescita esponenziale del numero di incidenti e di morti su strada, ci si è iniziati a porre delle domande e, soprattutto, a interrogarsi su come intervenire.
Sono state migliorate le infrastrutture (in Italia forse meno che in altre parti del mondo), è stata accresciuta considerevolmente la sicurezza dei veicoli, sono state modificate le norme (in Italia in modo molto frammentario e scomposto e, spesso, più dal lato sanzionatorio-punitivo che non da quello preventivo) ma, purtroppo, dove si è intervenuti in modo più limitato è proprio su colui che è il principale responsabile dei danni: il conducente.
Ma cosa significa migliorare le abilità dell’uomo al volante? Vuole dire principalmente due cose, la prima consiste in una vera educazione stradale che parta fino dall’infanzia e che sia affidata a veri esperti e non a individui di “buona volontà”, ma di scarse competenze specifiche; la seconda è quella di indagare a fondo su tutti gli aspetti psicologici che si nascondono (talvolta non troppo in profondità), dietro a un atto apparentemente così semplice e naturale come quello della guida.
Infatti, la guida non è per nulla naturale per il conducente, individuo “costruito” per la velocità del “passo d’uomo”. Egli necessità perciò di apprendimento e allenamento di specifiche competenze per poter realmente affermare di “guidare in sicurezza”.
Più volte, nelle norme relative alla formazione dei conducenti e dei loro formatori, si è affacciata la parola “formazione psicologica” ma, quasi sempre, in fase di conversione definitiva delle leggi non se ne è più trovata traccia, quasi come se la sua introduzione spaventasse o criminalizzasse il settore.
Forse, vista la situazione attuale, è giunta l’ora di introdurla seriamente. Questi e molti altri sono i “perché” di questo testo, primo nel suo genere in Italia, che propone a tutti gli addetti del settore una profonda riflessione sulla materia che porti a un sensibile cambio di rotta nella educazione stradale degli aspiranti conducenti.
GLI AUTORI
Maria Rita Ciceri
Professore di Psicologia Generale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Milano. E’ direttore dell’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico (http://progetti.unicatt.it/psicotraffico) presso la medesima università. E’ responsabile scientifico del Corso di Perfezionamento in Psicologia del Traffico, unico corso di alta formazione in tale ambito sul territorio nazionale, e di numerose ricerche sperimentali e applicate sul sistema traffico.
Federica Confalonieri
Psicologa del Traffico, lavora presso l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’UCSC di Milano. Interessi inerenti la ricerca sulle componenti attentive e percettive implicate nel compito di guida e conseguenti interventi di formazione rivolti agli utenti della strada.
Debora Lombardi
Psicologa del Traffico, lavora presso l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’UCSC di Milano. Ha approfondito lo studio degli aspetti legati alla comunicazione efficace applicata al sistema Traffico, degli interventi di formazione sulla percezione del rischio e sulla valutazione dell’idoneità psicologica alla guida.
Carlo Alberto Meinero
Psicologo del Traffico, lavora presso l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’UCSC di Milano. Tra i suoi interessi si distinguono gli interventi di studio e formazione sulla percezione del rischio rivolti agli utenti della strada. Ha curato le attività di training sulla piattaforma online di questo testo.