Le acque territoriali sono definite come la striscia di mare adiacente le coste dello Stato ed includono le baie e i golfi; oltre a tale limite si parla di acque internazionali (alto mare).
Il limite esterno delle acque territoriali è di 12 miglia marine, misurate a partire da una linea di base (la batimetrica del “1,60 metri” che costituisce il cosiddetto limite interno.
Le acque che si trovano tra la terraferma (costa) e la linea di base sono denominate acque interne. Nelle acque interne si comprendono anche fiumi e laghi.
La linea di base dalla quale si misura la larghezza del mare territoriale è, in genere, la linea di bassa marea lungo la costa, salvo che in presenza di coste frastagliate ove si ricorre al metodo delle linee rette, che consiste nell’unire, tramite una linea retta, i punti di sporgenza della costa (inclusi gli scogli e le estremità delle isole adiacenti). In tal modo, le acque all’interno di golfi o baie, anche se più distanti di 12 miglia dalla costa, vengono considerate acque territoriali.
Molte norme del Codice della navigazione sono valide sia in acque territoriali che in acque internazionali (diritto di rotta, codice internazionale dei segnali, limiti patenti nautiche, dotazioni di sicurezza, ecc.); altre norme, non solo relative al diporto, iniziano invece a valere solo oltre questo limite.
Questo è solo uno degli argomenti da conoscere per il conseguimento della patente nautica.
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